la scelta degli interpreti

Desidero sempre lavorare con attori e danzatori, musicisti o pittori... non amo lavorare con persone che hanno una idea leggera dell’arte, e che si limitano alla superficie. Amo creare con persone che amano l’arte, e la studiano quindi, desiderano aumentare le loro possibilitá, arricchirsi di conoscenze e pratica, grazie alla quale fanno artistico il loro lavoro. Essere coreografo o regista, in una parola ‘autore’; con la differenza che non creo personaggi, scrivo con la poesia plasmata, con la coscienza di ciascun interprete.
L’interpretazione é un arte dignitosa, complicata, fragile e generosa, forte nella sua libertá e condotta al fine comune, la messa in scena. Se quando scrivo, che sia una coreografia, un testo o una regia, se quando lavoro scrivo sulla vita, allora gli interpreti sono destinati a interpretarla. Interpretare la vita é un lavoro artiginiale e sottile. Per questo gli interpreti molto spesso, nella loro etá artistica piú matura, sono piú equilibrati degli autori stessi; conoscono il tempo e il ritmo dei sentimenti, vivono i messaggi secondo la loro naturale evoluzione, e con essi si trasformano.

Per questo continuo a ballare; per non perdere l’equilibrio.
Prima di arrivare a vivere la loro maturitá, gli interpreti hanno bisogno di essere guidati secondo tempi e ritmi emozionali da parte dell’autore, spesso la loro generositá é incontrollata.

[Moreno Bernardi]

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