Moreno Bernardi, Il gesto sospeso, Luigi Nono

DICONO DE IL GESTO SOSPESO

il gesto sospeso

 

danza/coreografia

musica

disegno luci

costume

assitente

consulenza musicale

produzione

co-produzione

patrocinio

con l’autorizzazione di

residenza

debutto

durata

 

Moreno Bernardi

  Luigi Nono

Juan Boné

Josep Abril

Andrés B. Roda

Nuria Schoenberg-Nono

Moreno Ensemble project

Sala Hiroshima

Istituto Italiano di Cultura di Barcellona

Fondazione Archivio ‘Luigi Nono’

ESDM

26/27-05-2016 Sala Hiroshima, Barcellona

60’

 

 

Moreno Bernardi

 

IL GESTO SOSPESO/danza

 

per ‘Il canto sospeso’ di Luigi Nono.

 

Un omaggio, e non solo, a ‘Il canto sospeso’ di Luigi Nono

 

‘Il gesto sospeso’ è il nuovo lavoro coreografico in solitario di Moreno Bernardi, un assolo – omaggio a ‘Il canto sospeso’ di Luigi Nono, una cantata per soprano, contralto, tenore, coro e orchestra, che compie, nel 2016, 60 anni dal suo debutto in Colonia. Un’opera, ampiamente riconosciuta come uno dei piú importanti capolavori del XX secolo, in cui "i critici osservarono con stupore che Il canto sospeso raggiungeva una sintesi, ritenuta fino ad allora quasi impossibile, tra stile compositivo avanguardistico intransigente ed espressività morale ed emotiva" (Cristoph Flamm). ‘Il canto sospeso’ è una commemorazione delle vittime del fascismo, il cui testo è tratto dalle Lettere di condannati a morte della resistenza europea (Einaudi, Torino 1954).

 

                “......pur appartenendo all’avanguardia internazionale, Nono dimostra di essere legato alla sua patria culturale. Fra le caratteristiche della cultura italiana del dopoguerra vi è quella di fondere nuove strutture artistiche con momenti di realismo, ma anche con momenti tradizionali. Nel Canto sospeso le parole di congedo dei combattenti della resistenza vengono adattate musicalmente impiegando una serie dodecafonica che contiene tutti gli intervalli, e attingendo alla polifonia rinascimentale e all’arte madrigalistica italiana. La forma musicale astratta è ancorata in una realtá storica e contemporanea... il testo viene trasferito ai mezzi espressivi della musica...Nono ricorre alla varietá e all’autonomia dell’espressione musicale. Non diversamente da un uomo il quale, trovandosi sulla soglia della morte, non sente il bisogno di porsi in scena in maniera loquace, nel Canto sospeso il lamento e il coraggio, la paura e la speranza trovano una rappresentazione perfettamente adeguata alla situazione...Nono rimane fedele al canto come vera e propia voce umana...” (Joachim Noller, trad. Claudio M. Perselli)

 

 

 

La danza di Moreno Bernardi

 

“ Mi interessa la descrizione pura del movimento, esatta, senza intromissioni dell’ io, di ció che succede esternamente all’autore; la piena attenzione verso le forme che ci circondano. Il movimento-manifestazione dell’istante, elemento rappresentativo della realtá, di ció che avviene, di ció che sta per succedere e di ció che certamente si svilupperá: il movimento di uno che si appoggia a quello dell’ altro, manifestazione di una forma che dialoga con un’ altra. Il movimento che ti mette in contatto con lui, ti attrae verso di lui, ti introduce in lui. Il movimento che non spiega la danza, pero sí che sceglie di mostrarla. Ogni movimento è poetico, ogni forma merita di essere fissata nella memoria collettiva. Il movimento in quanto “via” della percezione. Quello che svela i significati/sensi, l’attenzione, la natura, l’autenticitá. Considero i movimenti come trasmissori dell’essenza dinamica delle forme della danza. Alla ricerca del movimento che manifesta, per natura, i suoi incontri, i suoi cambi ritmici ed ogni trasformazione e relazione nello spazio e nel tempo. Il movimento che si lascia ascoltare. Cerco di mostrare il movimento con l’intenzione di trasmettere quanto è stato profondo l’incontro con lui. Mi obbligo all’attesa del momento per la lettura e per l’interpretazione, il movimento che solo chiede di essere osservato. Forse, tutto questo, chiedere al movimento che ci questioni e ci porti nel piú profondo delle nostre percezioni, sembra una sfida, ma sono convinto che l’unica cosa che resta da fare di fronte a un movimento in danza è cercare di risolvere il suo stesso mistero, coscienti che non ci riusciremo...e...per capire un movimento, bisogna essere movimento...Quando danzo, cerco di svelare ció che ho potuto capire nel momento in cui incontrai ogni movimento ed ogni variazione. I movimenti delle danze espressano l’abilitá umana che trattiene le relazioni tra le cose. È il movimento che “è”, e quando “è” stabilisce una relazione chiara tra due poli, anche se opposti. Il movimento in danza rappresenta un pensiero, un riflesso e una riflessione di ció a cui si ha assistito”. [Moreno Bernardi]

 

MB sviluppa in danza una tecnica e un sistema di composizione originali grazie ai suoi conoscimenti di biomeccanica, maschera, expresión primitive, e, con i riferimenti ricevuti nella sua carriera [Carloyn Carlson, Herns Duplan, Nikoly Karpov] concentra il suo interesse nel mouvement absolu, in una danza astratta nella forma e concreta nella percezione. MB riconosce nell’origine del movimento il bisogno della danza, il suo è un movimento rigoroso, con un’ analisi constante, che dá origine a un lessico coreografico chiaro, preciso, che inscrive la forma e il traccio nello spazio.

 

 

La danza de ‘Il gesto sospeso’

 

Un gesto intimista, che trasfigura il messaggio politico in una coreografía assoluta di movimenti e forme distinte: il corpo in movimento, in-divenire, che riflette il fluire, la dialettica e le intensitá dei sentimenti. Interiorizzare il suono, il cui pulsare determina i tempi interni del gesto e le direzioni del movimento, per un linguaggio físico che proietta echi e riverberi. Le passioni gestuali irrompono fino ad attenuarsi nel luogo dell’interioritá: il fluire temporale del movimento.

 

Una danza determinata dal tempo della memoria, in cui vive il canto passato e il gesto si appoggia al corpo presente, vivo, in vita, disponibile al ricordo collettivo, un gesto responsabile di un’ereditá che si fa’ pelle nello spazio e manifesta la sua dinamica nel tempo.

 

Un movimento poetico per un gesto interno e un corpo visibile, il movimento si propaga e svanische verso l’esterno - una direzione lontana dal movimento fisico, dal luogo attuale, dal corpo scenico, il luogo del ricordo - e dall’esterno, dall’ascolto, quasi inaspettatamente e non per una logica del fenomeno del corpo, il movimento ritorna, come un riflesso e cresciuto di intensitá, verso l’interno, dove rimane a vibrare “sospeso”, e riflette… rompendo il silenzio, l’apparente immobilitá dello spazio interno, ed è qui dove prende forma per definizione il gesto della memoria, la memoria del canto: la memoria che invita nello spazio sonoro all’ascolto di ció che non è stato cantato.

 

La “poetica dello spazio” di Nono come luogo dei tempi mutevoli del movimento, degli affetti, con stratificazioni gestuali e direzioni coreografiche.

 

Trasfigurare il contenuto coreográfico in momento/movimento, senza rappresentazione né gesto descrittivo, eliminare la narrativitá quindi attraverso gli stati generati dal movimento, interrotto dalle variazioni del tempo che corrispondono ai movimenti della vita interiore, con una intuizione che tenta un ritmo semantico tra corpo e suono. Liberare il movimento dalla metrica dei gesti funzionali per una sovrapposizione di momenti aperti a una sintassi del vedere e dell’ascolto. La danza de ‘Il gesto sospeso’ manifesta il tempo coreografico nello spazio del volume dei movimenti, che ricercano una voce e talvolta la riconoscono. Nell’informalitá del gesto appare il dettaglio di qualcosa che è rimasto sospeso, una forma interrotta. Il rappporto tempo-spazio è determinato dalle variazioni della densitá dei movimenti che cercano il loro dia-logo, rotto, spezzato, abbandonato all’ascollto… Il messaggio trascende il gesto e diventa movimento, un corpo carico di suono e di voci, trasmissore nel tempo del ricordo delle voci perdute.

 

Rivivere in danza il canto con cui Luigi Nono trasfigura le parole con le quali le vittime dei campi di concentramento e i partigiani della Resistenza europea si concedano dalla vita. Il significato del gesto sospeso accomuna le diverse danze, le storie, ed è manifestato esclusivamente dall’espressione del divenire del movimento, fonema del linguaggio ‘dansé’ e disegno del momento in azione, solo una semantica coreografica.

 

La trasposizione della musica nel carattere mutevole dei movimenti in una continuitá assoluta, a cui partecipano gesti e ritmi indistintamente. Il suono di Nono nei movimenti: tra forme che si compongono in un flusso nello spazio, una ricomposizione formale di gesti accumulati esprimendo la ‘situazione’ emotiva, il movimento come ‘presenza occulta’ tra visibile e invisibile, la sovrapposizione gestuale per manifestare l’unitá tematica coreografca, dinamica di un gesto applicato ad un altro generando il tentativo interno di costruzione e del messaggio.

 

Il gesto che danza e la danza che agisce.

 

La varietá dei valori ritmici e delle quallitá corporali distribuisce gli spostamenti nello spazio e la vicenda dinamica tra gesti e movimento. Riconoscere ed attuare le leggi intrinseche della struttura fisiologica del gesto e della sua espressione poetica interna al movimento ‘dansé’. Il movimento, oltre alla funzione coreografica, soprattutto in un assolo, è manifestazione dell’uomo, che si esprime ‘hic et nunc’, nell’atto della danza, autentico quindi ed originale, verso la ricerca delle origini, anche del dolore. L’iniziativa dell’uomo nella composizione coreografica destinata ad inventarsi in ogni gesto, ereditato per ascolti anteriori e destinato ad essere riflesso di un pensiero presente.

 

L’imminenza del gesto. La permanenza del movimento, socchiuso, sospeso.

 

‘Il gesto sospeso’ in forma di programa di mano, versi/appunti di Moreno Bernardi

 

Sono resistiti, si sono congedati.

 

Solo, solamente. Non solo, non solo per questo.

 

 - Vittima e fascismo. –

 

Lettere, le ultime, quelle che restano. Madrigali.

 

Tra storia e contemporaneitá, un ponte astratto?

 

Definisci ‘astratto’, definisci ‘storia’, definisci ‘contemporaneitá’.

 

La soglia, morte-sacrificio-vittima non é una forma loquace.

 

La voce umana canta, l’udito umano spesso dimentica.

 

Un gesto intimo. (politico?)

 

Il suono altrui. - Echi e riverberi. – il suono propio.

 

Le passioni gestuali irrompono nello spazio (comune?) fino a calmarsi nel luogo dell’interioritá.

 

- il tempo della memoria costruisce laddove vive il canto passato mentre il gesto si appoggia sul corpo presente.

 

Responsabili di una ereditá che si fa’ pelle nello spazio. 

 

L’intenzione si propaga… lontano, oltre al luogo dell’atto, del corpo, del ricordo.

 

- e, quasi inaspettatamente torna, come un riflesso e con maggior intensitá, verso l’interno. –

 

È ‘dentro’, e ci resta vibrando… il silenzio, un’apparente immobilitá.

 

Qualcosa ancora non è stato cantato.

 

Invisibili e vive, le voci non hanno terminato.

 

Gli affetti, stratificazioni gestuali e momenti che trasfigurano i corpi (antichi?).

 

Qualcosa è rimasto sospeso e una forma si è interrotta, eterna.

 

La densitá del dia-logo rotto, a pezzi, abbandonato.

 

Un corpo carico di suoni e voci, trasmissore nel tempo del ricordo delle voci perse.

 

Le parole, trasfigurate. Figure di una psique colettiva. Perdurano e partecipano ai gesti trasmessi e inconscienti.

 

Il suono tra forme che tra ferite scivolano nello spazio con appoggi limitati (aperti?).

 

Gesti accumulati.

 

Una ‘presenza occulta’ tra visibile e invisibile.

 

Il gesto che danza e la danza che agisce.

 

Manifestazione.

 

Verso la ricerca delle origini, anche del dolore. 

 

L’iniziativa destinata a inventarsi in ogni gesto: ereditá degli ascolti anteriori e specchio di un pensiero presente.

 

L’imminenza del gesto. La permanenza del movimento, socchiuso, sospeso.

 

Mostri. - La follia dell’uomo, una normalitá sociale? Una lettura storica? –

 

Descrizione, lasciare che si veda.

 

Se sospeso è il canto, forte è la voce.

 

Fino a quando?

 

Cosa stiamo aspettando?

 

La voce che ti mette in contatto con lei, ti attrae e ti introduce alla propia.

 

Non si spiega, si mostra.

 

Siamo testimoni, lo abbiamo sentito, altri l’hanno visto.

 

-  e adesso, cosa?

 

[MB].